Il mondo dei videogiochi, come quello del Cinema, sembra ormai alle prese con un ritorno al passato permanente, dovuto in parte alla necessità di recuperare opere perdute, messe a nuovo e ottimizzate, in parte dalla mancanza di idee che sembra già guardare a un’età dell’oro, difficile da ripetere.
E’ il caso di Alan Wake, titolo della casa di Max Payne, capace di portare l’horror kinghiano nel mondo dei videogiochi con un titolo affascinante, più per la sua storia che per il gameplay, abbastanza ripetitivo.
Proprio l’originale Alan Wake, tornato sugli schermi con lo spin off che abbiamo visto in Control, titolo di successo della compagnia, sta per tornare con una remastered che sembra estremamente fedele all’originale, al quale saranno aggiunti alcuni elementi estetici e, forse, dei miglioramenti nel sistema di controllo.
Il risultato appare interessante, nonostante venga da chiedersi se davvero è necessario restaurare un titolo già perfetto così com’è e giocabile su diverse piattaforme.
Sarebbe forse più sensato limitarsi a fare quello che sta facendo Microsoft, che cerca di rendere i giochi del passato il più fruibili possibile con la retrocompatibilità.
Alan Wake si prepara quindi a tornare, forse in vista di un vero e proprio sequel che proseguirà la trama raccontata nel capitolo Xbox 360.
Il dubbio più forte è però quello di trovarsi di fronte a un’industria e soprattutto a dei creatori di videogiochi, incapaci di innovare e di staccarsi da opere straordinarie che vanno bene così come sono.
Il continuo tentativo di tornare all’epoca in cui i videogiochi più si sono affermati, potrebbe essere una mossa sbagliata. Sarebbe meglio che le compagnie si dedicassero a titoli nuovi, prodotti innovativi capaci di stravolgere il gameplay e le storie.
Non abbiamo bisogno di una remastered, ma di un titolo che faccia ciò che Alan Wake ha fatto in passato.