Il 31 dicembre 2020 Apple ha eliminato migliaia di app dallo store cinese. si parla di ben 39.000 giochi, accompagnati da ben 7.000 app non-gaming.
Il motivo della rimozione è una nuova regolamentazione decisa dal governo cinese che richiede una licenza per ogni app a pagamento.
L’impatto sullo store è enorme, con app campioni di incassi rimosse dallo store che si trova adesso completamente ristruttturato.
Le applicazioni quindi, non potranno più essere vendute all’interno di un mercato gigantesco come quello della Cina.
Da ora in poi, le applicazioni necessiteranno di un codice particolare e di un’approvazione per essere pubblicate.
La mossa mostra una certa adattabilità di Apple ai diversi mercati che sembra adeguarsi a seconda del mercato che trova.
La regolamentazione nasce anche a causa di delle scappatoie che permettevano di mettere online sullo store cinese delle app senza licenza.
E’ molto probabile che, data la difficoltà ad ottenere le licenze di vendita, molte delle app in questione saranno fornite gratuitamente per rimanere sullo store e monetizzare in modo alternativo.
Si tratta infatti di uno dei marketplace più vasti del mondo mobile, a cui le aziende in questione non possono permettersi di rinunciare.
L’eliminazione di 39.000 app è forse la più grande della storia, un evento mobile senza precedenti che potrebbe cambiare il volto del mercato app.
Non si tratta infatti di applicazioni con problemi particolari, ma semplicemente di app sprovviste di una licenza di vendita e quindi illegali, da ora in poi sullo store.
Apple ha provveduto all’eliminazione, adeguando i suoi servizi alle richieste del paese e rinunciando alle enormi percentuali fino ad adesso ottenute grazie alla vendite delle applicazioni rimosse.
Un colpo non indifferente per la compagnia che si ritrova così con un mercato molto ridotto e un calo degli introiti dal marketplace cinese.
Chi sa se in futuro il sistema delle licenze verrà applicato anche altrove.
