La Blockchain sta crescendo diventando sempre di più il centro del mondo digitale. Come al solito l’Italia è indietro, arroccata su elementi del passato e incapace di seguire gli sviluppi tecnologici mondiali, spesso complicati da burocrazie e carenze tecniche mai colmate.
Con una infrastruttura nazionale ridicola, l’Italia sembra pronta a restare indietro anche sulla nuova rivoluzione tecnologica portata dai progetti legati alla blockchain. Famosi per un sistema nazionale tra i più hackerati e vulnerabili al mondo, sembra ancora una volta di trovarci indietro di almeno 10 anni rispetto al resto del mondo.
Gli investimenti delle aziende nel mondo della blockchain sono di circa 28 milioni di euro nel 2021.
“Le applicazioni di questa tecnologia nata nel 2008 con i Bitcoin si stanno evolvendo velocemente in diverse direzioni – spiega il risultato di una recente ricerca – ma tutte hanno in comune la spinta verso una nuova versione del Web. La Blockchain, infatti, è alla base della ‘next web revolution’: il Web3, una sorta di Internet decentralizzato che potrebbe essere la naturale evoluzione dell’attuale Web”.
Il problema è che in Italia buona parte delle persone e delle aziende non sanno bene di cosa si stia parlando, cosa che potrebbe portare ancora una volta a una distanza pericolosa dallo stato tecnologico mondiale. Basti pensare a come il mondo cripto sia stato adottato anche da paesi in via di sviluppo, proprio per cavalcare una crescita che potrebbe rivoluzionare l’economia e la vita quotidiana.
Tra le tante novità ci sono le NFT, sistema di tracciamento di prodotti digitali unici che potrebbe diventare uno standard anche al di fuori delle realtà digitali.
Continua a mancare però una capacità di seguire la realtà, con una infrastruttura che, in certe situazioni, è ancora ferma a decenni fa. Mentre il mondo si affaccia alle conseguenze della blockchain, viviamo ancora in situazioni dove non è presente la rete internet, non parliamo di fibra e reti veloci.