La notizia arriva dal sito Beppegrillo.com che comunica come anche Roma si sia finalmente aperta a mondo degli Open Data. Una scelta che si muove nella direzione della trasparenza, della rendicontabilità oltre che della valorizzazione del patrimonio di dati della città che sono, e saranno, la moneta di scambio del futuro.
Il sito degli open data di Roma è già navigabile, la piattaforma in questione è accessibile e permette di consultare già più di 500 dataset, insiemi di dati. Tutto è catalogato in 11 aree tematiche secondo dei criteri standard europei.
Una scommessa importante che muove il paese sempre di più all’interno di un sistema digitale destinato a cambiare la gestione delle nostre città, oltre che la percezione del mondo.
Si definiscono open data tutti quei dati in formato aperto che possono essere automaticamente letti e processati da un pc, liberamente utilizzabili e riutilizzabili, così come ridistribuibili da chiunque rispettando la licenza con la quale sono stati diffusi.
“Le novità del nuovo portale Open Data non si esauriscono unicamente nella migliore qualità e quantità dei contenuti. Abbiamo previsto una nuova sezione denominata ‘Comunità’ per offrire al cittadino un canale di comunicazione ulteriore con l’amministrazione al quale rivolgersi per richiedere un nuovo dataset e per fornire il proprio contributo nell’ottica di implementare sviluppi futuri della piattaforma in grado di rispondere alle esigenze informative dei suoi fruitori” , commenta in modo ufficiale l’assessora a Roma Semplice Flavia Marzano.
Una vera immersione nel web, oltre che una digitalizzazione della gestione del comune per Roma, che dovrebbe diventare il faro da seguire per l’intera amministrazione nazionale.
Gli open data, a noi così cari, sembrano quindi prendere lentamente piede, andando piano piano ad affermarsi anche nelle realtà più imprevedibili e superando le reticenze e i problemi strutturali che questo implica.
Che lo vogliano o no il futuro è open, e a quanto pare le cose stanno iniziando a cambiare.