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Open data nella pubblica amministrazione

Uno degli aspetti della filosofia alla base dell’open content, quindi anche dell’open data, è la convinzione secondo la quale i dati che la pubblica amministrazione e le istituzioni ottengono e utilizzano debbano essere pubblici, in quanto finanziati con denaro pubblico.

In alcuni Paesi, le pubbliche amministrazioni si sono già dotate di un servizio atto ad offrire i suddetti dati all’utenza in maniera chiara e libera.

Possiamo considerare quali esempi virtuosi gli Stati Uniti, il Canada e, in Europa, il Regno Unito. Ciò è derivato dal fatto che questi Paesi hanno cominciato per primi ciò che gli altri Paesi, europei innanzitutto, si stanno ora avviando a fare.

Considerando la sola Unione Europea, infatti, non ancora tutti i Paesi sono dotati di un sito web della pubblica amministrazione su cui sono disponibili i dati, come riportato nel rapporto sulla maturità degli open data in Europa.

Lo scopo dello studio è quello di fare un quadro della situazione sulla diffusione e l’impatto degli open data nel rapporto tra la pubblica amministrazione e i cittadini.

Per quanto concerne il metodo con cui questa indagine è stata svolta, si può dire che esso prende in esame diversi parametri e li combina insieme per giungere ad una serie di dati che indichino precisamente quanto è stato fatto e quanto ancora manca affinché la disponibilità dei dati sia garantita al 100%.

I parametri utilizzati sono stati suddivisi in due parti:

  • Preparazione per gli open data:
    • Presenza di una policy sugli open data
    • Licenze
    • Entità della coordinazione a livello nazionale
    • Uso dei dati
    • Impatto degli open data
  • Maturità del portale:
    • Usabilità del portale
    • Riutilizzabilità dei dati
    • Diffusione dei dati sui domini istituzionali

Analizziamoli, brevemente, uno per uno.

Policy sugli open data

L’87% dei Paesi europei ha già un portale dedicato agli open data, il che è positivo, ma solo il 71% di questi ha creato una policy approvata. Tale discrepanza deriva probabilmente dal fatto che gli open data sono spesso parte di un processo più ampio di digitalizzazione della pubblica amministrazione. Tuttavia, alcuni Paesi hanno una policy di riutilizzo dei dati, piuttosto che una specifica sugli open data. Volendo, pur forzatamente, assimilare le due cose, la percentuale sale all’81%.

Licenze

Per quanto riguarda il tema dei diritti e delle licenze, c’è un dato molto positivo: l’89% dei Paesi che hanno un portale offre i dati in maniera gratuita. Tuttavia, il 19% di essi non hanno una licenza aperta. Questo perché in molti casi la licenza è stata approvata, ma non ancora implementata. In ogni caso, il dato è significativo.

Coordinazione su piano nazionale

Il 74% dei Paesi con un portale open data ha anche dei portali regionali, affinché esse possano mettere a disposizione i propri dati online. Di questa percentuale, il 57% dei portali regionali è integrato in quello nazionale. La differenza, comunque, è ascrivibile soltanto una questione di metodo e di organizzazione.

Uso dei dati

Avere un portale destinato agli open data non significa che questi vengano utilizzati attivamente. Per comprendere meglio se esiste questa discrepanza, sono state analizzate le visite mensili dei portali di tutti i Paesi europei che ne hanno uno. I risultati dicono che soltanto otto Paesi ricevono oltre diecimila visite al mese (l’Italia non è tra questi).

Impatto degli open data

Nei Paesi che li utilizzano, gli open data hanno avuto un duplice impatto: politico, in quanto è aumentata la trasparenza da parte delle istituzioni nei confronti dei cittadini; economico, poiché i dati offrono nuove possibilità alle aziende.

Usabilità del portale

Sebbene quasi tutti i portali permettano di scaricare facilmente i dati, in molti non esiste la possibilità per gli utenti di dare un feedback, cosa che sarebbe molto utile per migliorare dei portali che non sono ancora pronti.

Riutilizzabilità dei dati

Lo standard open data prevede che i file siano disponibili in formati non proprietari. Sfortunatamente, solo il 35% dei portali offre più della metà dei dati in questi formati (l’Italia, di nuovo, non è tra questi).

Diffusione sui domini istituzionali

Su quanti siti istituzionali sono disponibili gli open data? In quante e quali sfere di competenza vengono utilizzati? Stando all’indagine, i dati più utilizzati vengono presi dai siti istituzionali riguardanti dati prettamente statistici, il che coincide con l’alto impatto economico per le aziende, che probabilmente utilizzano questi dati come complementi ad indagini di mercato.


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