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facebook google privacy

Una guerra di dati tra problemi di privacy e influenza sulla popolazione. Il web negli ultimi mesi ha mostrato il suo lato più orwelliano dando vita a duelli legali, accuse e a ombre vastissime sul risultato dell’informatizzazione e sul potere che è stato lasciato prendere alle grandi multinazionali, che al giorno d’oggi, dettano ormai il buono e il cattivo tempo del loro regno mediatico.

Ecco che dopo lo scandalo delle pubblicità pagate da realtà russe per influenzare le elezioni presidenziali americane, arriva un’altro evento in grado di cambiare radicalmente la nostra visione dei colossi Google e Facebook.

A quanto pare infatti, le due aziende non hanno conservato le inserzioni politiche così come è richiesto dalle leggi statali. Impedendo di fatto di accedere e verificare eventuali illeciti.

Le aziende infatti dovrebbero tenere nota di chi acquista questo tipo di prodotto, del pagamento e del candidato che supporta. Cosa che non è avvenuta scatenando ulteriormente l’ira della leadership giudiziale USA.

Le informazioni in questione dovrebbero essere poi distribuite come open data, accessibili a tutti per la trasparenza totale su un elemento delicato come le elezioni.

I due colossi del web non avrebbero fatto niente di quanto prescritto dalla legge, creando di fatto un illecito estremamente grave che può tranquillamente lasciare spazio a ingerenze esterne e manovre politiche di paesi e servizi esteri.

“Il procuratore Ferguson ha sollevato questioni importanti e non vediamo l’ora di risolvere rapidamente la questione con il suo ufficio”, ha risposto prontamente Rob Leathern, direttore della gestione prodotti di Facebook. “Ci impegniamo per la trasparenza delle inserzioni politiche”, ha ribattuto invece Google in una nota. “Stiamo esaminando la denuncia e interagiremo con l’ufficio del procuratore”.

I due colossi sono quindi alle strette, all’interno di una serie di attacchi che li colpiscono su più fronti. Una situazione che è destinata probabilmente a crescere con nuove indagini e nuovi controlli.


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