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WASHINGTON, DC - APRIL 10: Facebook co-founder, Chairman and CEO Mark Zuckerberg testifies before a combined Senate Judiciary and Commerce committee hearing in the Hart Senate Office Building on Capitol Hill April 10, 2018 in Washington, DC. Zuckerberg, 33, was called to testify after it was reported that 87 million Facebook users had their personal information harvested by Cambridge Analytica, a British political consulting firm linked to the Trump campaign. (Photo by Alex Wong/Getty Images)

Zuckerberg difende Facebook e la politica sui social.

Secondo i CEO del social più famoso del mondo, utilizzare Facebook per fare politica non è affatto sbagliato.

“La gente e’ preoccupata, io sono profondamente preoccupato dall’erosione di fiducia” online ma “allo stesso tempo ritengo che la gente non voglia vivere in un mondo dove si può dire solo quello che le società tecnologiche decidono che è vero al 100%”.

Parla così Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Facebook, nel corso di un’intervista rilasciata al Washington Post.

Zuckerberg ha praticamente autorizzato i politici a mentire all’interno delle inserzioni pubblicitarie.

Facebook, secondo Zuckerberg è solo uno strumento e non un giudice.

La decisione ha fortemente diviso il pubblico USA.

Elizabeth Warren, la democratica candidata alla Casa Bianca, si è detta molto critica di fronte alla decisione.

Proprio Warren, per punire Facebook, ha acquistato nei giorni scorsi un’inserzione sul social nella quale affermava che Zuckerberg sosteneva Donald Trump.

L’obiettivo era quello di dimostrare al social cosa significa autorizzare fake news sponsorizzate.

Ancora una volta, i social network diventano un terreno di scontro politico.

Facebook, Twitter, Whatsapp e tutte le altre realtà social infatti, hanno un potere incredibile e potrebbero, da sole, decidere di influenzare l’elettorato in una o un’altra direzione.

In USA la questione è molto sentita, soprattutto a seguito delle ultime elezioni, dove, numerosi profili sono stati accusati di diffondere notizie false.

Una situazione senza precedenti nella storia della democrazia e il segno di un mondo globale dove social e web stanno al di sopra delle stesse nazioni, rispondendo a regole proprie difficilmente influenzabili dagli stati.

Facebook è infatti un social di intrattenimento, non un giornale o un organo di stampa.

Come sempre tutto sta all’utilizzo e al valore che gli viene dato dagli utenti.

La vicenda potrebbe comunque avere dei risvolti importanti per il mondo social.


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