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Dopo l’inchiesta dell’agosto 2019 del giornale Chicago Tribune, il tema delle radiazioni smartphone è tornato nei tribunali.

Questa volta però nel mirino ci sono Apple e Samsung. 

A quanto pare infatti, lo studio legale FeganScott, ha comunicato di aver avviato una class action contro i due colossi dell’elettronica, accusati di aver violato i valori consentiti di radiazioni.

Già in agosto si era parlato della questione, con Apple e Samsung che avevano già preso posizione.

L’inchiesta, svolta dal Chicago Tribune, avrebbe analizzato diversi device di varie compagnie, trovandone moltissimi fuori norma e pericolosi per la salute.

Nel caso delle due compagnie, sarebbero stati messi sotto inchiesta iPhone 7, 8, 8 Plus e XSamsung Galaxy S8, S9 e J3, oltre a Motorola E5, E5 Play e G6 Play e BLU Vivo 5 Mini.

Il livello SAR (Specific Absorption Rare), in alcuni casi risultava anche 5 volte superiore a quello dichiarato dalle case costruttrici degli smartphone. Il SAR dell’iPhone 7 risultò tra i peggiori.

Per le due compagnie, la cass action potrebbe costare davvero casa.

Lo studio legale ha infatti già vinto in passato diverse azioni miliardarie contro grandi aziende.

In questo caso, se i test dovessero essere confermati da più commissioni, Apple e Samsung avrebbero davvero grandi difficoltà a giustificarsi.

Staremo a vedere come evolverà la vicenda; di sicuro però la class action avrà una risonanza mondiale, anche sugli stessi brand.

Si tratterebbe infatti di false dichiarazioni su prodotti potenzialmente nocivi.

I valori registrati hanno una variazione enorme rispetto a quelli dichiarati.

Si parla quindi di cifre doppie, triple o quadruple, elemento che costituirebbe una grave violazione.

Gli utenti sarebbero infatti stati esposti a valori diversi da quelli previsti e superiori a quelli minimi di sicurezza.

Se dovesse venire dimostrata una correlazione tra problemi di salute e esposizione ai device in questione, il caso potrebbe crescere a dismisura costando miliardi alle due società.


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