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Il sistema di sicurezza di WhatsApp ha un bug che potrebbe essere sfruttato dai furbetti per spiare le conversazioni dei gruppi. Se è vero che la crittografia end to end utilizzata dall’app di messaggistica consente di garantire la privacy delle chat tra due utenti, non consentendo a terzi di spiare i messaggi scambiati tra un mittente e un destinatario, non vi è la stessa garanzia nelle conversazioni di gruppo. È quanto emerge da una ricerca realizzata dalla Ruhr University di Bochum, in Germania. In sostanza, un hacker potrebbe controllare i server attraverso i quali sono veicolate le chat di WhatsApp e aggiungere nuovi utenti ad una conversazione privata, anche senza il permesso dell’amministratore, che in teoria è colui il quale gestisce il gruppo.

WhatsApp bucato: lo studio dell’Università di Bochum

Paul Rösler, uno degli autori dello studio realizzato dall’ateneo tedesco, ha spiegato a Wired: “Se mi trovo di fronte a un sistema di crittografia end to end, significa che deve proteggere anche contro questa eventualità. In caso contrario non serve a molto”, dice a Wired Paul Rösler, uno degli autori dello studio. A proposito di sicurezza, studi recenti hanno confermato ancora una volta la necessità di non affidarsi a casino online non convenzionati Aams (per saperne di più Casinoguru.it) poiché non garantiscono la sicurezza di dati, puntate e vincite.

La notizia della falla di WhatsApp ha messo in allarme un po’ tutti gli utenti, ma deve essere chiaro sin da subito che non tutti possono prendere possesso di un server dell’app di proprietà di Facebook, ma solo i pirati informatici più esperti sono in grado di inserirsi in una chat di gruppo. In molti, però, si stanno chiedendo ora cosa succederà in caso di richieste ufficiali da parte di un’autorità governativa. Se, ad esempio, il governo USA chiedesse gli accessi a WhatsApp, questa sarebbe costretta a fornirli, mettendo così a rischio la privacy degli utenti. Tra l’altro, non è la prima volta in cui viene individuata una falla nel sistema dell’app di messaggistica: un informatico aveva rivelato nel 2017 al Guardian che il modo in cui è stato progettato il client in generale espone al rischio che i messaggi finiscano sotto occhi indiscreti. Quando gli utenti sono offline, infatti, il servizio potrebbe creare una chiave di sicurezza in grado di cifrare i messaggi.

Signa più sicuro di Whatsapp

Quanto alla ricerca condotta dall’Università di Bochum, gli esperti non hanno sottoposto a “stress” solo la sicurezza di WhatsApp, bensì anche altri software di messaggistica che utilizzano un sistema di crittaggio avanzato, come ad esempio Signal. In Signal sono state individuate minori criticità rispetto alle vulnerabilità individuate nell’app di Facebook. Sì, perché nel caso specifico, anche se un hacker riuscisse a controllare un server, non otterrebbe granché. Per invitare nuovi utenti ad un gruppo di conversazione, infatti, occorre un numero di identificazione del gruppo che non è affatto facile ottenere.

Insomma, gli sviluppatori di WhatsApp devono correre ai ripari per evitare che gli utenti, temendo per la propria privacy, si spostino su altri canali di messaggistica.


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