In questo primo articolo vogliamo partire da zero. Intendiamo spiegare cosa intendiamo per open data, qual è la filosofia che sta alla base di questo progetto e come gli open data possono migliorare la qualità della vita di tutti.
Partiamo da una constatazione: l’innovazione tecnologica è alla base di tutte le scoperte e le invenzioni di qualsiasi campo dell’abilità umana, dalla medicina alla metalmeccanica, e in tutti i settori, dall’ambiente alla pubblica amministrazione.
Sappiamo che senza ricerca non c’è innovazione tecnologica e sappiamo che la ricerca ha dei costi che, oggi come oggi, un numero sempre più esiguo di aziende può permettersi, per questo le innovazioni tecnologiche nascono sempre in seno al solito manipolo di multinazionali che si spartiscono il mondo tra loro.
Il progresso dell’umanità, in pratica, è legato ai profitti di pochi ricchi che così diventano ancor più ricchi.
Come sarebbe il mondo, invece, se tutti potessero riutilizzare per gli scopi più disparati le informazioni che queste grandi aziende sfruttano per mettere sul mercato i loro prodotti?
Il progresso, insomma, è legato alle informazioni che queste aziende raccolgono e noi siamo del parere che qualsiasi tipo di informazione sia un bene pubblico. E come tale, vogliamo che tutte le aziende, così come le pubbliche amministrazioni, diffondano i dati a loro disposizione in maniera libera e gratuita. Questo significa per noi il concetto di open data.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ci permetterebbe la massima diffusione dei dati scientifici, cosa che produrrebbe maggiori scoperte e quindi maggior progresso, e invece cosa facciamo? Sviluppiamo tecnologie che permettano di proteggere i dati dall’utilizzo di altri. Noi pensiamo che questo sia uno schiaffo al progresso e all’umanità e non un bene, come invece si crede.
Se sei arrivato su questo sito, probabilmente avrai sentito parlare di software libero e open source, due movimenti che insieme si propongono di mantenere aperto e gratuito il codice sorgente degli applicativi informatici realizzati sotto questo tipo di licenza e che sono un valido esempio di open data. La nostra filosofia, però, non si riduce all’informatica e alla tecnologia, anche se questi sono i temi principali di questo sito.
È possibile raccogliere open data in tutti i campi, soprattutto nella medicina, dove molte delle informazioni utilizzate nella produzione di farmaci non sono altro che dati sul corpo umano. Vi è un motivo per il quale informazioni sull’organismo umano non debbano essere disponibili a tutti?
Oppure ancora, le pubbliche istituzioni raccolgono continuamente dati attraverso procedure che finanziamo noi contribuenti col denaro pubblico. Perché mai questi dati dovrebbero essere solo a disposizione dei burocrati e non invece a tutta la comunità, visto che abbiamo pagato per acquisirli?
Attenzione: non siamo assolutamente contro il sistema dei diritti d’autore (a meno che esso non ostacoli il progresso dell’umanità), troviamo giusto che venga attribuita la paternità dei dati a chi tanto ha lavorato per ricercarli, raccoglierli e renderli fruibili ai destinatari, diciamo solo che dovrebbero essere sempre accessibili e riutilizzabili.
Gli open data, inoltre, contribuiscono alla partecipazione popolare nei processi decisionali dello Stato, il che non può che essere un grande segno di civiltà per dei Paesi che si definiscono democratici. Un open government è quello che sogniamo per tutti i Paesi del mondo, in modo che possa esserci la massima trasparenza e che il popolo possa giustamente controllare l’operato dei propri governanti.
Storicamente, aprire la conoscenza a tutti ha sempre portato l’umanità a compiere grandi passi avanti, e se vogliamo che la ruota della storia continui a girare in avanti, non c’è altro da fare che condividere.
4.5