L’Italia nel 2021 è stato il quarto paese in tutta Europa per numero di attacchi informatici, un primato non da poco dovuto a una scarsa alfabetizzazione informatica e a un’infrastruttura debole che la rende uno dei paradisi delle truffe e dei malware.
L’Italia è finita nel mirino degli attacchi informatici, con eventi clamorosi che hanno messo in difficoltà anche le Regioni con malware facilmente aggirabili e che necessitano spesso azioni dell’utente per essere attivati.
La bassissima difesa informatica e l’incapacità degli operatori rendono il nostro paese uno dei terreni preferiti per fare truffe online, in particolare colpendo pubbliche amministrazioni e aziende.
Una situazione deve per forza di cose cambiare, in particolare in un mondo sempre più complesso dove la rete è stata integrata alla quotidianità.
I virus più diffusi sono i ransomware, strumenti che criptano i dati di un computer richiedendo una ricompensa per essere sbloccati, ma non mancano virus di ogni genere e attacchi che hanno messo in difficoltà anche aziende importanti, dalle quali ci si aspettano maggiori contromisure.
La causa principale del problema è una scarsa consapevolezza dei pericoli del mondo informatico e delle tecniche di difesa. Anche se in molti casi se si finisce nel mirino la difesa è quasi impossibile, molti degli attacchi italiani utilizzano tecnologie intermedie, in particolare il phishing e puntano più sull’ingenuità degli utenti che sulla forza bruta informatica.
Il numero totale di malware intercettati in Italia nel 2021 è stato di oltre 60 milioni (62.371.693). Davanti all’Italia troviamo Germania, Francia e Gran Bretagna.
Nei prossimi anni gli attacchi potrebbero moltiplicarsi, in particolare vista la relativa semplicità dei nuovi strumenti di attacco. L’unica soluzione è una presa di coscienza del rischio e possibilmente una disconnessione parziale che ci consentirebbe di proteggere le informazioni importanti, senza forzare un’era digitale in realtà insostenibile e ad alto rischio.
