L’Italia è sempre più nel mirino degli hacker, questo anche a causa delle sue infrastrutture informatiche estremamente fragili che la portano ad essere uno dei bersagli preferiti nell’Unione Europea.
Prima di noi c’è solo la Spagna con un numero enorme di attacchi informatici.
A rendere l’Italia il paradiso delle truffe e degli attacchi è un personale totalmente impreparato agli attacchi informatici, con pubbliche amministrazioni dove a stento si sa utilizzare una mail. Il tutto condito da un livello di sicurezza informatica bassissimo, anche per enormi falle a livello nazionale.
Basti pensare ai fatti recenti che hanno visto dei semplici ransomware mettere in ginocchio intere amministrazioni.
Proprio i ransomware sono tra gli attacchi che prediligono l’Italia. Attacchi per modo di dire, dal momento che si tratta di eseguibili, che serve attivare personalmente aprendo un allegato infetto.
Un attacco comunque subdolo che può trarre in inganno, specialmente quando ben congeniato.
Proprio Europa e USA sono tra i paesi più hackerati con una crescita esponenziale degli attacchi informatici, spesso gestiti in modo automatizzato.
Un dato preoccupante, dal momento che ormai i sistemi informatici gestiscono anche elementi chiave come il settore energetico. Per non parlare dei dati personali, praticamente alla mercé di chiunque nei sistemi datati in cui vengono gestiti e archiviati.
L’Italia ne esce con una figura barbina, mentre si promette una pericolosa digitalizzazione della società, senza avere la minima difesa da eventuali attacchi di massa.
Di fatto gli enormi problemi informatici del nostro paese, sono infatti frutto di semplici team di hacker o direttamente di singoli. Viene da chiedersi cosa accadrebbe di fronte a un attacco complesso, magari gestito da organizzazioni molto estese o da una nazione straniera.
Un rischio che è destinato a presentarsi con l’avanzare degli attacchi informatici e con l’utilizzo sempre più pesante di questo tipo di strumenti, spesso senza alcuna difesa efficace.