Sarahah è stata l’app dal nome buffo protagonista dell’estate, ma in cosa consiste esattamente e come utilizzarla? Scoprilo qui!
L’applicazione, disponibile sia per Android che per iOS, è stata creata nel 2016 in Arabia Saudita. Dopo un anno dal lancio è finalmente esplosa, e ad oggi conta circa 14 mila utenti registrati e 20 milioni di visitatori al giorno.
Tutti ormai ne hanno sentito parlare, forse più per i suoi lati oscuri che per altro. Si tratta di una app di messaggistica istantanea (molto simile al vecchio Ask) che permette di inviare messaggi completamente anonimi agli utenti iscritti sulla piattaforma, naturalmente solo conoscendone l’indirizzo personale.
Il suo creatore Zain al Abidin Tawfiq ha spiegato che Sarahah (che in arabo vuol dire proprio onestà) è nato con l’obiettivo di aiutare i lavoratori a esprimere il proprio pensiero sui datori di lavoro, essendo “onesti” ma senza subire conseguenze per loro negative.
Non è per questo, però, che questo programma è diventato così famoso. I suoi maggiori utenti, infatti, sono adolescenti di tutto il mondo catturati dalla facilità d’uso e dalla velocità in cui arrivano i messaggi.
Il meccanismo di utilizzo della app, infatti, è estremamente intuitivo. Dopo il download occorre creare il proprio profilo (nomeutente.sarahah.com), condivisibile sui social per invitare amici e parenti a scrivere i messaggi. Basta conoscere semplicemente l’username, comporre il messaggio e mandarlo, senza neanche fare il login.
Il pericolo grande (ed in parte già avveratosi) è quello di istigare al cyberbullismo, creando carnefici e vittime, come appunto era già successo col parente di Sarahah, Ask.fm.
L’anonimato spinge le persone, specialmente i ragazzi nella loro delicata fascia d’età, ad esagerare ed offendere qualcuno per il puro gusto di farlo, o anche per vendetta, magari andando oltre anche la propria etica. Naturalmente ciò non significa che la tecnologia cambia le persone, ma sono le persone stesse a farne cattivo uso e a non lavorare sulla propria dimensione psicologica.
Di recente è stato detto anche che Sarahah dà problemi di privacy, in quanto raccoglie i dati delle persone presenti nella propria rubrica telefonica. In realtà è vero che l’app, al momento dell’installazione, chiede il permesso di poter accedere ai contatti, ma non specifica se va anche a memorizzarli.